La repressione è sempre più surreale.
C’è un presidente del Senato, che rivendica di avere a casa un busto dell’infame che ha firmato le leggi razziali. C’è il partito di maggioranza, che ha nel simbolo “la fiamma tricolore che esce dalla tomba stilizzata di Mussolini”, fatto di fanatici che rivendicano Almirante, segretario di redazione de “La Difesa della Razza”, il giornale che esortava allo sterminio dei non ariani. Ci sono un ministro dell’interno e una presidente del consiglio che non vedono i saluti romani di quella marmaglia neofascista che attacca le stelle di David accanto ai negozi delle persone di cultura ebraica.
C’è un “giorno della memoria” che dimentica che nei campi di concentramento morivano, oltre agli ebrei, omosessuali, rom, sinti, anarchici, comunisti, disabili, testimoni di Geova, polacchi, sovietici, mendicanti, prostitute.
C’è il presidente della comunità ebraica romana, incurante di quanti all’interno della stessa comunità contestano la politica genocida di Netanyahu, che chiede di vietare un corteo autorizzato per la Palestina, convocato citando una frase di Primo Levi, perché pretende che non si parli di un genocidio in corso, per nulla diverso da quello perpetrato dai nazisti.
E poi ci sono i media, che pubblicano le veline governative tacciando la manifestazione di antisemitismo e paventando la possibile presenza dei fascisti in piazza per rincarare la dose.
Infine ci siamo noi, insieme ad alcune migliaia di solidali, che siamo scesi in piazza il 27 gennaio 2024 per denunciare i crimini israeliani, per rivendicare il nostro antirazzismo e antifascismo e per ricordare che la nostra cultura antimilitarista e libertaria è fatta anche di Emma Goldman, Erich Musham, Noam Chomsky, Gustav Landauer, Murray Bookchin e delle migliaia di altri militanti e pensatrici che hanno coniugato la loro cultura ebraica con la lotta anarchica per la libertà di tutti i popoli.
Siamo contro tutte le teocrazie, sia clericali, sia islamiche, sia sioniste. Ci battiamo contro gli ayatollah, a fianco delle donne iraniane che rifiutano l’obbligo del velo. Abbiamo condannato la teocrazia di Hamas ed i massacri del 7 ottobre ed oggi combattiamo lo stato di Israele che ha assassinato, in tre mesi di massacri, 20 volte le vittime uccise da Hamas.
Fermiamo il genocidio a Gaza.
Senza stato non ci sono guerre.
Gruppo Anarchico “Mikhail Bakunin” – FAI Roma & Lazio